Riapre dopo 50 anni la Chiesa di Santo Spirito in Castel Baronia

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Festa grande a Castel Baronia ieri 26 Giugno per la riapertura al culto dopo 50 anni della Chiesa di Santo Spirito. Una riapertura che svela cuori affezionati di tanti adulti che ricordano le belle funzioni che un tempo venivano celebrate nella stupenda Chiesa del complesso monumentale francescano.

“Tesori di arte barocca nella chiesa di Santo Spirito di Castelbaronia. La riapertura di questa chiesa darà la possibilità di studi sistematici sulle opere contenute, nonché di sensibilizzare i fedeli e non alle bellezze storico-artistiche del nostro territorio, valorizzando e rendendo fruibile ad un’utenza più vasta un patrimonio poco conosciuto, ignorato o negletto.  Circa 80 le opere tra reliquiari, statue e dipinti nella chiesa di Santo Spirito di Castelbaronia, un gioiello d’arte barocca quasi sconosciuto in quanto l’edificio è chiuso al culto da più di mezzo secolo. La chiesa che presenta ancora oggi l’originario impianto architettonico barocco slanciato ed elegante, costituito da una sola navata voltata a botte e decorata con stucchi e cornici, è documentata come già esistente nel 1623 quando si cominciò la costruzione dell’annesso convento francescano commissionato dalla famiglia De Ponte, feudatari del luogo. Nel XVII secolo venne arricchita da manufatti artistici di gran pregio, frutto di donazioni, committenze o lavorazioni dei frati medesimi, come l’artistico altare maggiore e gli armadi reliquiari in legno scolpito, dipinto e dorato, e una gran copia di reliquiari che si può ipotizzare siano produzione di una bottega d’arte nata all’interno dell’Ordine dei Minori Francescani della provincia meridionale, aggiornata sui canoni affermatisi nella capitale del Regno nel corso della transizione dal naturalismo al barocco e dal barocco al rococò, ancorché per alcuni versi attardata su stilemi precedenti. La lipsanoteca comprende una serie di reliquiari di forme diverse – ottagonali, rettangolari, a fiore, a palma, ad urna, a festone – e otto busti di scuola napoletana ascrivibili alle botteghe di Giuseppe Fiorillo e Domenico Di Nardo. Esposte al culto anche di dipinti ad olio su tela e statue raffiguranti santi francescani, ordine presente nel convento sino alla soppressione postunitaria del 1867 quando fu stabilita la definitiva chiusura dell’intera struttura, in applicazione della legge 17 febbraio 1861 decretata da Pasquale Stanislao Mancini, uno dei più illustri uomini di Castelbaronia. L’edificio sacro e tutto il suo ricchissimo corredo di opere mobili, di proprietà del Fondo Edifici per il Culto del Ministero dell’Interno dalla seconda metà del XIX secolo, sono stati restaurati a cura delle due Soprintendenze di settore.” (cf. http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_875971929.htmlo)

Ora, dopo un accordo tra il FEC e la Curia di Ariano Irpino – Lacedonia, la Chiesa di Santo Spirito torna ad essere proprietà della parrocchia, perchè divenga fruibile l’arte in essa contenuta e, come ha ricordato S. E. Mons. Melillo nella Celebrazione Eucaristica di riapertura, sia un luogo dove attraverso la bellezza dell’arte possiamo riuscire a contemplare Dio. 

Diocesi <br>Ariano Irpino - Lacedonia

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