La diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia è nella Regione Campania, delimitata dalle diocesi di Avellino, Benevento, Foggia, S. Angelo dei Lombardi, Lucera-Troia, Cerignola-Ascoli Satriano.
Ariano Irpino e Lacedonia erano due diocesi distinte fino al 30 settembre 1986.
Tracciamo nelle pagine seguenti un breve excursus storico, sottolineando eventi, istituzioni, personalità, iniziative pastorali, religiose, culturali di maggior rilievo delle origini della diocesi di Lacedonia conosciamo poco.
Incerta e discontinua la serie dei primi vescovi e delle vicende di cui furono protagonisti.
C’è una “Cronologia dei vescovi che occuparono la sede cattedrale di Lacedonia” redatta dal vescovo Gianbattista La Morea (1684-1711), manoscritta, ignorata dal Cappelletti, ma punto di riferimento per gli altri studiosi sull’argomento.
Si ritiene primo vescovo Simeone, che nel 1059 partecipò al Concilio di Melfi tenuto da Nicolò II e alla Consacrazione dell’Abazia di S. Michele Arcangelo in Monticchio, presente il medesimo pontefice.
La diocesi, suffraganea di Conza, era costituita da solo due centri abitati: Lacedonia e Rocchetta S. Antonio.
Lacedonia, distrutta dal terremoto del 1456, fu ricostruita da Giannantonio Orsini, dei principi di Taranto, chiudendola tra mura di cinta con fossato e quattro porte.
Nel 1476 fu teatro della “Congiura dei baroni”, mossa ai danni di re Ferdinando I d’Aragona e di suo figlio. Giurarono nella cappella di S. Antonio, dove fu costruita la nuova cattedrale. In rendimento di grazie per lo scampato pericolo, il re Ferdinando fece costruire un altare in legno e un trittico di pregevole fattura, raffigurante la Vergine con il Bambino e santi, opera di Andrea Sabatini di Salerno.
Sono oggi, le opere più ammirate che si conservano nella concattedrale.
Nella Cronologia dei vescovi, dopo Simone, ricordiamo tra gli altri: Angelo, che partecipò al Concilio Lateranense III, nel 1179, essendo papa Alessandro II; Giovanni Francesco Carduccio (1564-1581), che si trovò a fronteggiare i rapporti con la feudalità. Marco Pedica 1589-1602), si premurò, fra non lievi difficoltà, di applicare i dettami del Concilio Tridentino. Giacomo Candido (1606-1608), amico e discepolo di S. Filippo Neri. Giovan Geronimo Campanile (1608-1625), interprete giuridico del Concilio di Trento e voce legiferante attraverso il Sinodo diocesano, in un contesto sociale e religioso critico. Ferdinando Bruni (1625-1648): si conservano sei Relationes ad limina.
E’ legato alla costruzione della nuova cattedrale il nome del vescovo Giambattista La Morea (1684-1711).
Per i vescovi che si sono succeduti si rimanda alla breve Cronotassi di Mons. Salvatore Bardaro.
Citiamo: Claudio Albini (1736-1744).
E’ al suo servizio il giovane Gerardo Maiella, il fraticello redentorista divenuto santo.
Nicola D’Amato (1749-1789) completò i lavori della cattedrale. Uomo di cultura e di carità, amico di S. Alfonso de’ Liguori e dei Redentoristi, che chiamava spesso per la predicazione.
A seguito del Concordato stipulato da Pio VII e Ferdinando I, re di Napoli, con Bolla del 27 giugno 1818, il papa soppresse la diocesi di Trevico, ed i Comuni che la costituivano (Trevico, Carife, Castel Baronia, Flumeri, S. Nicola Baronia, S. Sossio Baronia) furono annessi alla diocesi di Lacedonia.