Lettera del Vescovo: “Il sacerdote celebra caricandosi sulle spalle il popolo a lui affidato e portando i suoi nomi incisi nel cuore”

Facebook
Twitter
LinkedIn

Mons. Sergio Melillo

Vescovo di Ariano Irpino – Lacedonia 

«Il sacerdote celebra caricandosi sulle spalle il popolo a lui affidato e portando i suoi nomi incisi nel cuore»

 (Papa Francesco)

Ariano Irpino 7 giugno 2024

*Sacratissimo Cuore di Gesù

Cari fratelli sacerdoti,

la Solennità del Sacro Cuore di Gesù narra al nostro cuore la storia di tenerezza e di misericordia di Dio, una misericordia che raggiunge il suo culmine in Gesù di Nazareth.

 Il Sacro Cuore di Gesù è davvero la massima ed umanissima espressione dell’amore di Dio che deve illuminare la nostra esistenza tra le difficoltà di questa stagione del mondo, tra “lotte e discordie” che attraversano la storia, i nostri cuori. Questo amore deve rianimare il nostro povero amore, un amore debole, ma sempre espressivo del tutto che noi a Cristo dobbiamo e possiamo donare. È la possibilità di riscoprire la fonte sorgiva del nostro sacerdozio, riacquistando il senso, a volte smarrito, del nostro primo amore. Facciamo nostre le parole del profeta Osea: Il mio cuore si commuove dentro di me!

 Attenti, figli carissimi, a che il nostro cuore non sia vuoto di amore o sia colmo di falsi amori!  

Viviamo questa Solennità con gioia, alla vigilia dell’Anno Santo, sapendo che il Santo Padre Francesco ha annunciato, al termine dell’Udienza generale del 5 giugno scorso, che intende «preparare il documento che raccolga le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale». E così continuava, nell’Udienza: «Credo che ci farà molto bene meditare su vari aspetti dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore».

Accompagniamo il Santo Padre nella sua meditazione e nel lavoro di scrittura di questo documento, con gratitudine e affetto di figli, e intanto ci proponiamo di riscoprire nella nostra vita spirituale di battezzati e di sacerdoti le ricchezze di questa devozione al Sacro Cuore, che è fonte della nostra speranza. Come notava ancora il Papa nella bolla di indizione del prossimo Giubileo, «la speranza, infatti, nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce» [Spes non confundit, 3].

Consapevoli che il sacerdote di domani sarà sempre più l’uomo dal cuore trafitto, sappiamo che solo da questa ferita sgorgherà l’efficacia della sua missione. 

Nell’anno che celebra i 350 anni dalla prima apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque, ritorniamo alle fonti genuinamente evangeliche di questo culto, ricordando in particolare quella speciale promessa di Gesù ai devoti del suo Cuore: «Io darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori più induriti». È una promessa che ci riguarda da vicino, in quanto inseriti nell’unico sacerdozio del Cristo, e che siamo chiamati a prendere sul serio.

Sappiamo tuttavia che la vera devozione – e dunque la condizione posta dal Signore per questa sua promessa – è imitazione, e questo ci chiama in questa Giornata di santificazione dei sacerdoti ad un sincero esame di coscienza, che è allo stesso tempo richiesta, di perdono per le nostre mancanze e implorazione della grazia necessaria al nostro progresso spirituale. L’augurio è che non si tratti di un esame di coscienza vago ed astratto, ma concreto e particolare, avendo bene a mente i sentimenti che hanno abitato il Cuore di Cristo: «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» [Gal 5, 22].

Nella visione giovannea, è proprio dal Suo Cuore ferito che ci arriva lo Spirito, primo dono dell’Amore del Risorto ai fedeli; e, con lo Spirito, ci arrivano i suoi frutti, direttamente dal Cuore di Dio. Vigiliamo affinché la nostra vita possa essere autentica testimonianza di un’esistenza che parli di amore, che trasmetta gioia e pace, che sia nota per la sua magnanimità e benevolenza, che custodisca bontà e fedeltà, e che brilli per mitezza e dominio si sé. Se la nostra vita sarà così, allora si realizzerà davvero la promessa del Signore, senza che ce ne accorgiamo, e riusciremo a commuovere i cuori più induriti.

Vi benedico con cuore di Padre,

+ Sergio, vescovo

Diocesi <br>Ariano Irpino - Lacedonia

Diocesi
Ariano Irpino - Lacedonia