Mese di ottobre: Il messaggio di S.E. Mons. Sergio Melillo

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Rosario della Beata Vergine Maria

«Catena dolce che ci riannodi a Dio»

La gravità degli eventi di questo tempo ci colpisce al cuore: sofferenze del mondo, sofferenze della Chiesa. Avvertiamo impellente il bisogno che ciascuno, dall’indifferenza, sia ricondotto a Dio. Aneliamo ad un luogo del cuore dove ritrovare se stessi, ristorare l’anima per proseguire nel cammino.

La devozione del nostro popolo alla Vergine Maria, custodita nei santuari, nelle chiese, nelle cappelle, nell’edicole mariane disseminate come una trama nel territorio verdeggiante della diocesi, ci parlano di fede semplice alimentata dall’acqua sorgiva della Grazia, riversata da una Madre premurosa, che ci precede e ci guida fra le tempeste della vita nella sequela del Figlio, il Salvatore, il Volto della Misericordia del Padre. Una Madre che ha vissuto una vita comune a tutti noi, piena di sollecitudini familiari. Ciò che accadde nella vita terrena di Maria non accadde lontano da noi, è l’esempio di ciò che deve avvenire nella nostra vita, nella vita ogni persona di buona volontà: il fatto che il Figlio di Dio “prende forma” in ogni credente.

Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Dio, e … di questo piccolo e fragile cuore, la Madre di Dio conosce le più intime fibre, i battiti, gli affanni, le attese che in esso sono custodite.

Questo tempo difficile ci invita a riesaminare la nostra esistenza, illuminandola con la preghiera, guidati da una visione ecclesiale che ci chiede di essere “discepoli missionari”.

Pregando il Santo Rosario siamo aiutati alla rivisitazione dell’incontro personale con la Grazia, condotti per mano dall’umile figlia di Sion, la benedetta fra le donne (Lc 1,42) che con il Suo “Sì” a Dio, apre al futuro dell’umanità “affaticata ed oppressa”. Pregare è comunicare con Dio e questa comunicazione è Vita. È sostare in raccoglimento in uno spazio silenzioso e santo, dove la Vergine Maria rivolge su di noi il Suo sguardo materno e premuroso, fatto di tenerezza e di compassione.

Abbiamo bisogno di ritrovare coraggio per guardare il cielo, per riconoscere negli occhi della Madre la prospettiva di eternità che appare velata da un presente senza speranza.

Scorrendo i grani del Rosario, nell’ascolto dei misteri della vita di Cristo, è svelata la ragione della nostra esistenza, ci sentiamo condotti a Dio. La corona del Rosario è uno strumento per acquisire l’umile serenità del cuore, per muovere i passi sulla via della pace, che nasce dall’ascolto, dal perdono e dalla fraternità.

Pregando si apre il cammino, si acquista fiducia sapendo che Dio continua a seminare nel campo dell’umanità semi di bene. La preghiera ci nutre della virtù teologale della Speranza perché «Dio ci ha fatto speranza» (Charles Peguy), dischiude una realtà profonda, radicata nel cuore umano: l’ anelito di pienezza, che riempie il cuore ed eleva lo spirito.

Preghiamo in compagnia di Maria, la Madre di Gesù, in questo mese di ottobre dedicato al Rosario e alla Missione affinché le cose di Dio divengano manifestazione concreta nelle comunità, nella nostra Chiesa di Ariano Irpino – Lacedonia, protesi all’ascolto, attenti agli ultimi, ai poveri.

Vi chiedo di intensificare la preghiera del Santo Rosario: per la Chiesa, per Papa Francesco, per la Diocesi, per il mondo, nelle comunità parrocchiali, nelle case religiose, nelle famiglie, nei luoghi della vita.(*)

Santa Maria Madre di Dio, prega per noi!

Vi benedico paternamente.

+ Sergio, vescovo

(*)P.S. : Mi unirò a tutti voi nella preghiera dalla Cattedrale il 14 ottobre – alle ore 20,00 – (sarà possibile partecipare in modalità streaming sulla pagina Facebook della Diocesi).

Diocesi <br>Ariano Irpino - Lacedonia

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