Messa crismale: omelia del Vescovo

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Ariano Irpino  – Basilica cattedrale

31 marzo 2021

È tempo di coraggio creativo

«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»(Lc 4,16-21)

Cari fratelli sacerdoti,

con cuore di padre, con gratitudine, vi incoraggio nel vostro amorevole ministero, nella vicinanza alla nostra gente, messa a dura prova dalla pandemia. Grazie!

La gioia riecheggia nel Vangelo perché «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».(Lc 4,16-21)  

Parole pronunciate da Gesù di sabato nella liturgia dove il tempo celebra il senso dell’esistenza.

È un momento per sguardi di fiduciosa speranza, rivolti alla memoria e al presente. Ci troviamo con Gesù a Nazaret dove «… la sua santità si realizza con una vita impregnata di cose ordinarie, di lavoro, di vita familiare, con attività umane oscure, semplici…»(Carlo Carretto) Viviamo un tempo che – nell’ordinario – necessita di coraggio creativo: «Ogni azione pastorale ha la sua radice nell’incontro salvifico con il Dio della vita e nasce dall’ascolto della vita…». (cfr Papa Francesco in occasione del 150° anniversario della proclamazione di s. Alfonso Maria de’ Liguori Dottore della Chiesa)

 La nostra vita è storia segnata dalla Resurrezione, nutrita dalla linfa della carità, il Signore  ci  «… (mi) ha consacrato con l’unzione e (ci) mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio» (cfr Lc 4,16-21)

Questo annuncio trovi in noi, un luogo generativo: nel presbiterio, tra le pareti della Cattedrale, nelle chiese – colme del respiro di Dio – nelle parrocchie, tra le corsie degli ospedali, nelle  precarietà delle famiglie, dei giovani, nel viatico per i nostri ammalati.

L’eucarestia genera fiducia dentro gli immancabili tunnel della prova e della Croce, ci ricorda che il nome della speranza è la Pasqua e non ci sono altre scorciatoie.

Ci vengono aperti nuovi sentieri da percorrere: sosteniamoci con la preghiera e l’amicizia!

Nel cuore della celebrazione c’è una parola che dice che il sacrificio redentivo di Cristo è universale: il sangue della nuova alleanza è versato: «per tutti».

Vuol dire che totalità del tempo e totalità del mondo stanno sotto il segno della croce, con noi «… sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio…». (Isaia 6,61).

Sacerdoti per rendere culto a Dio, per comunicare con Lui, cercarlo in profondità, in una scoperta nuova, in un amore nuovo, in una fraternità sincera, con la donazione della vita, giungendo a riconoscerci nell’incontro con gli altri perché «Non comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con l’altro». (cfr Fratelli Tutti, 87)

La nostra missione sta nel mistero dell’Eucaristia che fa Gesù nostro contemporaneo: «Il corpo naturale di Cristo, era venuto sulla terra, perché composto del sangue della Vergine, … ma viene unicamente dal cielo, ed è  presente, vivo e vivificante» (cfr Antonio Rosmini).

Il preoccupante scenario della pandemia fa sperimentare sofferenza e morte, crisi del lavoro e noi ci sentiamo interpellati perché al popolo non può mancare “né l’eucaristia, né il pane” (Giorgio La Pira).

Ci è chiesto non solo di parlare di Gesù ma, di mostrarlo in modo credibile con la vita. (Cfr. S. Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte).

Facendo con coraggio i conti con rapporti umani che appaiono come liquefatti, che subiscono una dilatazione e un allentamento anche nel campo affettivo.

Questa “liquidità”  tocca i contenuti delle relazioni, che si adeguano a fugaci ed egoistici bisogni, “relazioni tascabili” giacché nel tempo del social network il nome della relazione è connessione.

«Occorre – invece – che egli [Gesù] rimanga con l’unica cosa di noi che veramente conosciamo e a cui attacchiamo il cuore e la memoria: il corpo» (Luigi Santucci).

Nell’eucaristia Gesù ci unisce al suo Corpo e la Comunione con Lui ha delle conseguenze reali: fa uscire dalla solitudine, dalle chiusure, dai pregiudizi. È  buona novella, rimedio che il Signore ci dona contro l’isolamento e ci fa sentire accolti e amati. È comunione concreta da vivere – aldilà dell’umane simpatie – tra sacerdoti e con il vescovo.

Per questo Gesù nel Vangelo incalza gli apostoli in un momento drammatico… chiedendo: «Volete andarvene anche voi?».

Gesù non ha timore, anche se soffre, di restare solo, perché ha fede nella Parola del Padre. Perché Dio resta fedele!

Di questa fedeltà noi siamo la tangibile testimonianza.

Come San Giuseppe “padri dal coraggio creativo”,  che fanno germogliare la vita di grazia.

Una paternità –  la nostra – che dia senso al cammino umano, all’agire, all’operare nella Chiesa, al nostro celibato.

«…la Chiesa non può non amare innanzitutto gli ultimi, … Da Giuseppe dobbiamo imparare la medesima cura e responsabilità: amare il Bambino e sua madre; … amare la Chiesa e i poveri…»(Patris Corde,5)

È una responsabilità educativa far crescere chi ci è affidato, senza possessività ma, con sapienza, ascolto, pazienza e fermezza.

Considerando che viviamo in tempi dove «C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine… il dubbio… (che) è entrato dalle finestre che invece dovevano essere aperte alla luce» (Paolo VI, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno 1972). La vita va, invece, alimentata con l’umiltà di accogliere e trasmettere la Parola.

Diceva Friedrich Nietzsche: «Come posso credere a questi messaggeri di salvezza se mi parlano con un volto lungo di tre spanne per la tristezza?»

Dobbiamo dimostrare al mondo, che la Parola salva prima di tutto noi.

Siamo messaggeri della gioia! Se noi portiamo al mondo la gioia, se diciamo “vi annuncio ciò che ho veduto che è amore, gioia e vita“, il nostro cammino acquista credibilità in un tempo che attende – oltre le apparenze –  questo messaggio da noi.

Auguri ai voi amati fratelli sacerdoti!

Preghiamo perché Maria renda noi sacerdoti, tra le ferite del mondo, conformi all’immagine del suo Figlio Gesù, buon pastore. Maria, Madre dei sacerdoti, prega per noi!

Auguri a don Claudio Lettieri che celebra il 25° di ordinazione presbiterale … ti siamo accanto fraternamente! Auguri anche al novello diacono Vincenzo Losanno!

Auguri ai religiosi e alle religiose, ai diaconi ai seminaristi.  Auguri ai giovani che riceveranno la Cresima nelle nostre parrocchie.

Preghiamo per le vittime del Covid, tra le quali numerosi sacerdoti e religiose.

Ricordiamo nella preghiera: il vescovo Mons. Giovanni D’Alise, Mons. Antonio Di Stasio, Mons. Sabino Scolamiero, il diacono Antonio Pasquale,  il diacono Generoso Colangelo,  Suor Emilia Scaperrotta che hanno concluso inaspettatamente la loro laboriosa giornata terrena.

Auguri a tutti noi, auguri alla nostra amata Chiesa di Ariano Irpino – Lacedonia!

+ Sergio Melillo, vescovo

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