Omelia del Vescovo, S.E. Mons. Sergio Melillo, in occasione dell’Ammissione agli Ordini Sacri del sem. Roberto Iacoviello della Parrocchia “SS. Annunziata” di San Nicola Baronia

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Ariano Irpino

Basilica Cattedrale

 9 agosto 2017 – ore 18,30

•memoria di Santa Teresa Benedetta della Croce•

ammissione agli Ordini del Seminarista

Roberto Iacoviello

della Parrocchia di San Nicola Baronia

«Stare davanti a Dio per tutti»

Carissimi sacerdoti, cari parroci che nel tempo avete accompagnato Roberto, caro don Armando del Seminario di Posillipo,

caro Roberto,

cari genitori e familiari,

religiose, seminaristi,

fedeli  delle parrocchie della SS.ma Annunziata in San Nicola Baronia e di Santa Maria dei Martiri in Ariano

fratelli e sorelle,

         ci ritroviamo a pregare coscienti che  mai si impara a pregare in modo definitivo:  come è per le scelte della vita così è per la preghiera.

         Sappiamo di correre sempre il rischio di immergerci in quel che  capricciosamente  “desideriamo” non sempre aprendo   il cuore a scelte  definitive…

         La sincera ricerca vocazionale invece accende la gioia di dare una risposta al Signore che Sant’Ignazio descrive così pregando: «Prendi, Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il mio intelletto, e tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo; tu mi hai dato tutte queste cose, a te, Signore, le restituisco; sono tutte tue, disponine secondo la tua volontà. Dammi il tuo amore e la tua grazia, queste sole, mi bastano».

         La preghiera è sovrabbondante di Grazia che questa sera  vogliamo gustare traendola, dagli sguardi, dai volti di chi, come te Roberto, si dispone ad operare questa consegna nella libertà come abbandono alla volontà di Dio….

         È l’inizio di un cammino, di una corsa che richiede ancora tanto allenamento, ma che ti dice sei “in via”, per incontrare Gesù nell’amore verso tutti i fratelli.

         È una gioia che riempie il cuore, che sostiene e lenisce l’arsura, la stanchezza, le indecisioni: Dio viene incontro a ciascuno di noi… prima che i nostri passi possano inerpicarsi verso questo incontro… La vocazione è una Grazia che trasfigura, da corroborare con  la fraternità. Da plasmare con strumenti idonei che forgiano la nostra tempra spirituale: i sacramenti, la direzione spirituale, lo studio….

         Cari amici, questa sera sento anch’io di esprimere con gioia la gratitudine al Signore nel secondo anno del mio ministero episcopale nell’amata chiesa di Ariano Irpino – Lacedonia!

         Caro Roberto, sono sicuro che il tuo cuore, i tuoi sentimenti sono mossi e principiano – come per tutti noi  –  da Cristo che è la Verità incarnata.   (Per Dostoevskij è un punto assolutamente irrinunciabile  espresso in uno degli appunti preparatori ai Demòni): «precisamente dalla fede nel  il Verbo che si è fatto carne».

         Sì, Cristo è il fondamento di tutto!  

Chiediamoci : «… cosa ( il Signore) ha intenzione di fare di me?»(Edith Stein)

Allora dire “eccomi” è sentirsi amati dal Padre. “Eccomi” non è come dire semplicemente: ci sono, sono presente; “eccomi” evoca una risposta da pronunciare con chiarezza dinnanzi alle persone che ci guardano e ci attendono.

         È indispensabile, quindi, il gusto della preghiera, di esperienze che riempiono la vita. Noi, infatti, siamo qui per pregare e la preghiera trasforma, plasma la vita. Motiva i gesti e le fatiche delle nostre giornate.  Vorrei dire – azzardando -: senza preghiera non siamo vivi per davvero!

         Questa sera l’Eucarestia ci aiuti a comprendere come questa divina presenza del Signore Crocifisso e Risorto quasi ci implora di stabilire legami, relazioni.  

         Sì, legami con Lui che è inclusivo di un Amore che educa e prepara le nostre scelte….:«Ecco, ti condurrò nel deserto e parlerò al cuore». (cf. Osea 2,16)

Direbbe Sant’Agostino così: «Amando la vita spargi la vita»[1]

         Chiediamoci, dunque, senza timore e con fiducia, cosa ci attende?

Quale futuro per il ministero della Chiesa nei nostri territori?

Come osserviamo il nostro “posto” nel mosaico delle nostre comunità?

A quale umanità dobbiamo comunicare il Vangelo di Gesù?

         Sono domande sensate da porsi nella meditazione dei giorni.

         È questo lo snodo essenziale di una vita di donazione a Cristo e alla Chiesa, la nota dominante di una  celebrazione dove tu Roberto sarai ammesso tra i “candidati al diaconato ed al presbiterato”.

         La vita di Santa Teresa Benedetta della Croce – carmelitana, martire ad Auschwitz – ci offre delle tracce meditative: «il posto di ciascuno di noi dipende solamente dalla nostra vocazione… La vocazione non la si trova semplicemente dopo aver riflettuto ed esaminato le varie strade: è una risposta che si ottiene con la preghiera».[2]

         L’esperienza di questa donna, che ha affrontato le sfide di un secolo travagliato…, diventa esemplare: il mondo moderno ostenta la porta allettante del permissivismo, ignorando la porta stretta del discernimento e della rinuncia… Ascoltate la voce del vostro cuore! Non restate alla superficie, ma andate al fondo delle cose! E quando sarà il momento, abbiate il coraggio di decidervi! Il Signore attende che voi mettiate la vostra libertà nelle sue mani misericordiose.

         Santa Teresa Benedetta della Croce giunse a capire che l’amore di Cristo e la libertà dell’uomo s’intrecciano, perché l’amore e la verità hanno un intrinseco rapporto. La ricerca della verità e la sua traduzione nell’amore non le apparvero in contrasto; … si richiamavano a vicenda.

         Nel nostro tempo la verità viene scambiata spesso con l’opinione della maggioranza. Inoltre è diffusa la convinzione che ci si debba servire della verità anche contro l’amore o viceversa. Ma la verità e l’amore hanno bisogno l’una dell’altro. Edith Stein ne è testimone. La “martire per amore”…, non si fece superare da nessuno nell’amore….

         Dice anche a noi: Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva». [3]

         Dobbiamo attenderci da chi si assume un servizio di dedizione, da me vescovo, vostro pastore e guida, da voi sacerdoti, da voi religiose, da voi seminaristi, da te caro Roberto, nulla che non sia Cristo. Tutto il resto – se c’è un resto – è sempre in Lui, per Lui, e con Lui.

         Dobbiamo cogliere la felicità nell’essere veri amando senza esclusivismi.

         I nostri giorni – senza dubbio alcuno – saranno “radiosi”, nonostante le asprezze che li accompagnano, se sappiamo illuminarli attendendo il Signore nei fratelli, con le lampade accese della verità non astratta ma   eloquente.

«Questa vita sorgerà per noi nella sua pienezza soltanto nel giorno della glorificazione…. sin da adesso «nella carne noi vi partecipiamo, in quanto crediamo»… Ed è proprio questa fede che ci fa diventare un tutto unico con Lui, membra collegate al capo, rendendoci permeabili alle effusioni della sua vita. Così la fede nel Crocifisso … è per noi la porta di accesso alla vita e l’inizio della futura gloria…»[4]

         La Vergine Maria, Madre delle Vocazioni, illumini ed appassioni  la tua vita, la nostra vita al servizio del Figlio Suo Amato e Benedetto, amando nei fatti i fratelli.

        Amen!

                                                                     + Sergio


[1]AGOSTINO DI IPPONA, Discorso 313/ D 2-3.

[2]E.STEIN, La scelta di Dio, p. 79

[3]cf SAN GIOVANNI PAOLO II, Omelia della canonizzazione di santa Benedetta della Croce, 1998.

[4]Dall’opera «Scientia Crucis» di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, vergine e martire (Edizioni OCD, Roma 1998, pp. 38-39.

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