Veglia Pasquale: Omelia di S. E. Mons. Sergio Melillo – “Vegliare tra le tenebre alla Risurrezione”

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OMELIA

BASILICA CATTEDRALE

VEGLIA PASQUALE

30 marzo 2024

VEGLIARE

TRA LE TENEBRE ALLA RISURREZIONE

Signore in questa notte riacquistiamo respiro, dopo tanta tenebra veniamo alla luce, rinati e redenti.

Siamo reduci da un lungo viaggio che ci ha tenuti lontani, da una fuga verso le tenebre, da una storia intrisa di peccato, di tradimento, di morti innocenti.

Fummo attratti dal bagliore dolciastro del peccato. Ma, ti sei fatto uno di noi – sine macula – , prossimo a noi più di noi a noi stessi.

     La dolcezza amara delle passioni tristi ci ha tenuti lontani, noi in acque torbide,  anestizzati nell’anima.

Questa notte alla flebile luce del Cero siamo colmi di gioia! “O notte veramente beata che hai conosciuto l’ora in cui Cristo è risorto!” (Exusultet)

Certo, non abbiamo il passo leggero e trepidante di Maria Maddalena, il passo  di Giovanni e di Pietro che corrono con il cuore in gola al sepolcro per vedere, gioire e trasmettere  ciò che hanno visto.

Ma tu Signore, donaci impeto e coraggio per poterTi incontrare tra i borghi di solitudini, tra  giovani spaesati e  anziani pensosi, avvolti nel Tuo abbraccio di perdono e così assaporare il pentimento.

Siamo mendicanti, poveri di amore, sommersi e salvati! Noi che abbiamo flagellato il mondo e profanato il tuo Corpo, il  Corpo Mistico della Chiesa, violato con i nostri sguardi tanti corpi, oltraggiati dall’oscuro desiderio di possesso, di potere, di indifferenza.

La pietra che sigillava il Tuo sepolcro  è rotolata via dall’amore del Padre che in Te si è donato, morto e risorto per noi.

Tu questa notte hai aperto gli occhi della mente e del cuore, Unto con la Grazia del sacramento della rinascita il nostro corpo, alimentato dalla Tua reale Eucaristica presenza.

La tua morte non è compimento di giustizia ma pienezza d’amore, è stata come un dolente preludio che ha ridato nostalgia della Tua Creazione, restituendo la Vita alla vita.

         La purezza del Tuo corpo e la gloria del Tuo volto innocente ci dicono che non siamo più soli nel faticoso viaggio della dolente esistenza.

Signore è vivo il bisogno di passaggi autentici di vita, per parlare al cuore delle nuove generazioni con il linguaggio della Risurrezione; per far conoscere quello che i nostri occhi hanno visto, il Vangelo, la Buona notizia da far assaporare a tutti: alla terra al cielo, a tutta l’umanità che soccombe; il Vangelo della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, del ritorno festoso dall’esilio dove la Croce ha fatto fiorire la Grazia.

Siamo coinvolti nella pagina della storia della Salvezza, tra cadute e riprese, tappe a volte drammatiche, in Tua compagnia, alla Tua sequela, nella Chiesa, fra la gente.

Questa notte attendiamo vigilanti, sapendo che nella Tua Resurrezione anche noi siamo risorti, dando senso all’esserci nella Chiesa, nel Mondo.

Signore, camminiamo da poveri viandanti a mani vuote, sporche del fango del peccato, disorientanti,  attendiamo l’alba del ritorno a casa per assaporare la gioia di essere amati.

Signore Risorto, ascoltando la Tua Parola, nutriti con il Tuo Corpo vissuto, donato, celebrato al  Tuo riparo, non ci smarriremo  mai.

AMEN!

+Sergio, vescovo

Diocesi <br>Ariano Irpino - Lacedonia

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Ariano Irpino - Lacedonia